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  • copertina libroMai come oggi abbiamo bisogno di risorgere dentro e di ricominciare a sperare. Credere che la vita sia più forte della morte non perché la morte non faccia parte dell’esistenza, ma perché ci sono strade da percorrere e eventi da attraversare e sogni da realizzare e poi l’amore, che sopravvive anche quando si è perso tutto il resto.

    Dobbiamo resistere perché “non c’è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie più nere trascolorano negli abiti della gioia. Le rapsodie più tragiche accennano ai primi passi di danza. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono già i motivi festosi dell’alleluia pasquale” (don Tonino Bello).

    Non è nel ritorno alla normalità ma nella resurrezione che dobbiamo sperare, se vogliamo davvero cambiare le cose. “Vivere partendo dalla Resurrezione: questo significa Pasqua”, scriveva Dietrich Bonhoeffer. Gesù è colui che manca. Senza lo sgomento di questa mancanza non avremmo lo slancio per cercarlo con tutto noi stessi.

    Tocca porgere l’orecchio al sussurro della resurrezione che emerge gradualmente, la cui eventuale forza e verità è veicolata dalla meraviglia e dalla profondità della vita che vince la morte, del mondo che si rigenera dopo il periodo buio del freddo e della paura.

    È il momento in cui abbiamo bisogno di gridare, battendo i piedi, la nostra avversione per la tenebra e per la morte, guardando al futuro con un certo ottimismo.

     

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  • DAL 16 GIUGNO AL 27 LUGLIO 2014
     
    zawadi 3
     
     
    LA STORIA
     
    «La nuvola di fiamme si trasformò in una saettante lingua di fuoco che raggiungeva un vulcano: accompagnato da uno scudo danzante bianco e nero e da altre strane figure, il Prescelto la percorreva, mentre il pugnale di Kuchoma danzava nell'aria, cercando invano di colpirlo. Poi, di nuovo, tutto fu avvolto dalla nuvola di fiamme, al cui centro apparve la Pietra Sacra; il volto del ragazzo misterioso fu rivelato, mentre la voce di Kuro ripeteva: "Segui il fuoco, segui Zawadi"».
     
    zawadi 1Il villaggio di Karibu sta festeggiando l'inizio dell'estate, quando un evento misterioso getta tutti nella paura: è stata rubata la Pietra Sacra che consente di rinnovare il fuoco, fonte di vita per la tribù; anche Kuro, il Custode del Fuoco, è scomparso. Gli indizi parlano chiaro: i responsabili dell'accaduto sono i guerrieri di Kuchoma, il lontano Villaggio di Lava. Una misteriosa visione di Thoro, lo sciamano, indica che l'unico in grado di recuperare la Pietra e liberare Kuro è il piccolo Babù: è lui il Prescelto, chiamato a percorrere Zawadi, il Sentiero proibito del Fuoco, per giungere fino a Kuchoma.
    Ed è così che Babù, accompagnato dall'allegra zebra Wolly e dall'intrepida Nyma, dovrà affrontare i tanti pericoli che Zawadi nasconde. Attraverso la magnifica e insidiosa natura africana i tre amici incontreranno molti animali: ma chi di loro saprà donare i consigli giusti e chi invece si rivelerà un nemico spietato? E qual è l'incredibile colpo di scena che li attende alla meta?
     
    zawadi 2Allegria, paura, coraggio, sacrificio, avventura, ricerca: percorrere Zawadi, seguendo i tanti segni posti lungo il cammino, sarà per Babù, Nyma e Wolly anche un viaggio dentro il loro cuore, che li porterà a rafforzare l'amicizia che li lega e a scoprire lo Spirito che li anima.
     
     
     
     
    IL GREST
     
    L'Africa con la bellezza dei suoi paesaggi e dei suoi abitanti, costituisce la cornice narrativa, cioè l'ambientazione del progetto Zawadi.
    In particolare, la storia è collocata nell'Africa continentale, in un tempo indefinito. E i vari episodi sono articolati attorno a 4 aspetti ideali che rappresentano l'itinerario di crescita di un ragazzo e di una ragazza africani.
     
    1. Ciò di cui un bambino fa esperienza in Africa è innanzitutto il villaggio, luogo che accoglie e fa crescere i nuovi nati, ambiente in cui si apprendono gesti, emozioni, linguaggio, tradizioni, ecc.
     
    2. Il villaggio si trova a sua volta immerso in una natura bellissima e misteriosa, di cui gli abitanti del villaggio si sentono parte. Vegetazione e animali chiedono rispetto e cura e sono essenziali per la sopravvivenza del villaggio stesso.
     
    3. I giovani che crescono, per contribuire alla vita del villaggio devono apprendere bene e in fretta moltissimi tipi di linguaggio: imparare e decodificare e a fare uso fare uso dei segni (suoni, odori, colori, simboli, parole) diventa fondamentale per la sopravvivenza e permette di entrare in relazione con la natura e le persone.
     
    4. Chi diventa esperto dei segni, a poco a poco diventa grande, adulto. Ciò è evidenziato da prove e riti di passaggio che attestano ai singoli giovani e a tutti gli abitanti del villaggio la presa di possesso di abilità fondamentali. Impegno, rischio, spirito di iniziativa e di servizio sono alcuni ingredienti fondamentali affinché i giovani crescano e mettano a frutto la loro libertà.
     
     
    Le 4 tappe declinano il tema del dono secondo le seguenti modalità:
     
    1. Il villaggio/comunità si regge su di "una logica di dono" e non solo "economica". Si nasce e si cresce in un contesto in cui le persone si aiutano a vicenda e i nuovi nati vengono accolti e cresciuti con amorevolezza. Tutti nel villaggio imparano il valore dell'appartenenza ad un gruppo e il sentimento di gratitudine reciproca.
     
    (Finalità: Aprire gli occhi sulla capacità di dono dei singoli e della comunità)
     
     
    2. È la natura che circonda il villaggio/comunità a consentire la vita degli uomini. Essa stupisce per la sua bellezza e per la ricchezza di forme di vita e di frutti che fa crescere. E' un mistero da conoscere, rispettare e custodire: un dono bellissimo che fa stare bene e suscita meraviglia e impegno.
     
    (Finalità: Riconoscere la natura come un dono e prenderesene cura)
     
     
    3. Per sopravvivere, nella foresta come nella vita, le persone devono diventare esperti di... segni. Essi possono essere espressione della natura (le nubi, il tuono) oppure prodotti dall'uomo stesso (le stesse parole sono dei segni particolari). I segni mettono in moto una straordinaria dinamica di dono, indispensabile per conoscere gli altri e il mondo, ma anche per inventare nuove modalità con cui esprimere la ricchezza che ciascuno si porta dentro. Nasce insomma la cultura umana, un sorprendente insieme di segni/doni di cui ognuno è sia destinatario che creatore.
     
    (Finalità: Interpretare gli eventi, se stessi e gli altri come un dono)
     
     
    4. Le tappe precedenti abilitano ad una sempre maggiore responsabilità e ad una capacità di dono sempre più grande, tanto più autentica quanto più è gratuita. La vita di ciascuno è ritmata da momenti speciali in cui è possibile prendere atto di un passo in avanti compiuto, di una nuova maturità raggiunta. Si tratta dei vari riti di passaggio e di festa che introducono ad una sempre nuova consapevolezza di sé e del mondo, pronti ad assumere nuovi impegni. I doni "materiali" che vengono scambiati rappresentano doni ben più preziosi, quelli "interiori" e "spirituali" di cui ogni ragazzo può diventare consapevole grazie a questi momenti belli e speciali.
     
    (Finalità: Celebrare le tappe significative del proprio percorso di crescita)

    Info:
    - responsabili organizzazione: don Nicola Grosso e Mario Di Lernia.

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